Cosa significano i termini greenwashing, greenwishing, greenhushing e bluewashing?

Greenwashing, greenwishing o greenhushing? E qual è la differenza tra greenwashing e bluewashing? Nelle odierne discussioni sulla protezione del clima si utilizzano numerosi termini che ne complicano la comprensione. Questa FAQ offre una chiara panoramica di questi termini ed espone come impostare una comunicazione attendibile relativa alla sostenibilità.

Al giorno d’oggi, la sostenibilità e la protezione del clima non sono solo un frequente argomento di conversazione, ma anche un vantaggio competitivo fondamentale per le aziende. Molte imprese ambiscono pertanto a comunicare in modo aperto e trasparente il loro impegno in fatto di sostenibilità. In questo contesto circolano numerosi termini come greenwashing, greenwishing o greenhushing. Ma cosa significano queste espressioni e in che modo sono legate alle misure di protezione del clima delle aziende? In questo articolo forniamo le definizioni di questi termini e offriamo consigli pratici per riconoscere e promuovere le iniziative che vanno effettivamente a favore della sostenibilità.

Greenwashing

Si parla di greenwashing, traducibile come «ecologismo di facciata», quando prodotti o comportamenti vengono presentati come più ecologici di quanto lo siano nella realtà. È ad esempio il caso di quelle promesse di sostenibilità fondate su dichiarazioni esagerate, errate o fuorvianti. Per questo motivo, spesso è necessaria una verifica più approfondita per distinguere tra il greenwashing e l’effetto reale dell’impegno aziendale a favore dell’ambiente.

Esistono sette tipologie diverse di greenwashing:

  1. Dichiarazioni contraddittorie: le dichiarazioni presentate sono contraddittorie, ad esempio «green diesel».
  2. Occultamento/distrazione: la sostenibilità viene decantata nonostante il prodotto o servizio originario non sia di per sé sostenibile (ad esempio delle capsule per il caffè in alluminio riciclabile). Spesso, inoltre, il greenwashing viene utilizzato per distrarre dalle effettive irregolarità commesse da un’azienda.
  3. Mancanza di significato: le dichiarazioni non sono pertinenti o sono prive di elementi rilevanti, come ad esempio «acqua vegana».
  4. Dichiarazioni ambigue: un prodotto o servizio non è ecologico, ma viene pubblicizzato come tale attraverso messaggi ambigui.
  5. Mancanza di prove: rivendicazioni di sostenibilità prive di riferimenti e spiegazioni specifici.
  6. Utilizzo di etichette non riconosciute: vengono impiegate etichette dubbie senza dichiarazioni trasparenti, che impediscono alla clientela finale di farsi un’idea chiara. In questi casi, l'impact label di myclimate offre chiarezza. Anche a livello normativo ci sono regole e standard sempre più ferrei in merito ai green claim.
  7. Enfasi sul male minore: vengono sottolineate determinate caratteristiche positive per nasconderne altre (ad esempio le sigarette elettroniche, che contengono meno sostanze nocive ma pur sempre nicotina).

Greenwishing

Si utilizza il termine greenwishing quando l’inganno relativo all’impegno per la sostenibilità non avviene in modo intenzionale. Di solito, in questi casi, l’azienda desidera genuinamente essere più sostenibile e va quindi giudicata in modo positivo. Spesso, però, per ignoranza o perché non vengono eseguite le dovute verifiche, l’effetto delle misure a favore della sostenibilità viene presentato come maggiore rispetto a quello reale oppure i cambiamenti desiderati non si concretizzano in fase di implementazione. Spinte dalla pressione a porsi obiettivi di sostenibilità ambiziosi, le aziende possono ad esempio stabilire obiettivi che realisticamente non sono in grado di raggiungere. I motivi del fallimento possono essere di natura economica, tecnologica od organizzativa.

Il semplice desiderio di essere più sostenibili non è quindi sufficiente per agire davvero in modo più rispettoso dell’ambiente. Al contrario, delle promesse vuote di questo tipo possono ingannare e causare problemi come il greenwashing.

Greenhushing

Al contrario del greenwashing, il greenhushing riguarda la mancata comunicazione, intenzionale, sulla sostenibilità nonostante l’adozione di misure in merito. Ciò avviene spesso per paura di reazioni negative e di accuse di greenwashing. Sebbene il greenhushing protegga da eventuali osservazioni critiche, in questo modo le aziende perdono l’occasione di contribuire al dialogo sulle misure di protezione del clima. Come conseguenza di questo atteggiamento, gli altri attori non possono trarre vantaggio dalle conoscenze legate alle misure di protezione del clima attuate, rallentando le altre iniziative volte alla sostenibilità. Inoltre, così facendo le imprese rimuovono la componente dell’ispirazione, impedendo l’adozione di misure simili da parte delle altre aziende.

Bluewashing

A differenza del greenwashing, il bluewashing non si riferisce ad aspetti ecologici, bensì alle misure sociali di un’impresa. Il bluewashing descrive la pratica di presentarsi oltremodo responsabili ed etici a livello sociale. Spesso le imprese adottano azioni simboliche o misure superficiali per migliorare la propria immagine senza realizzare effettivamente i cambiamenti sostanziali promessi. Un esempio è il millantamento di condizioni di lavoro migliori di quanto lo siano effettivamente per migliorare la propria immagine.

Cinque consigli per una comunicazione efficace sul clima

La comunicazione sulla sostenibilità è complessa e deve essere attendibile, comprensibile e diversificata. Ciò richiede molta sensibilità e competenza specialistica. Le seguenti cinque regole, nonostante l’elevato livello di complessità, aiutano a parlare in modo efficace del proprio impegno a favore della sostenibilità.

1. Fare dichiarazioni coerenti: le dichiarazioni rilasciate devono essere sempre coerenti e appropriate. 
2. Attirare l’attenzione del pubblico: con il giusto mix di contenuti, coinvolgimento emotivo, storytelling e humor è possibile catalizzare l’attenzione del pubblico. Anche riconoscere i propri punti deboli aumenta l’attenzione del pubblico e la credibilità. 
3. Verificare e testare le notizie: le notizie devono sempre essere verificate e adattate al relativo pubblico, senza che il contenuto perda di coerenza. 
4. Fare attenzione al tono, alle parole e alla scelta delle immagini: la scelta del giusto mezzo di comunicazione può rafforzare l’effetto desiderato. 
5. Evitare errori: una comunicazione chiara deve essere l’obiettivo principale. Per questo è importante che i contenuti della comunicazione sul clima siano privi di contraddizioni. 

Se si utilizzano etichette, va innanzitutto verificato che siano serie e affidabili.

Il greenwashing in Svizzera

Al momento (luglio 2024) il greenwashing continua a essere un tema attuale e importante in Svizzera ed è spesso dibattuto dai media. Nel 2023, numerose imprese sono infatti state oggetto di critiche a causa di varie promesse e dichiarazioni sulla «neutralità climatica», con tanto di accuse di concorrenza sleale da parte della fondazione svizzera per la protezione dei consumatori.

Per evitare che simili comportamenti si ripetano in futuro, la Svizzera ha già adottato diverse misure per aumentare la trasparenza delle dichiarazioni ambientali.

1. Modifiche legislative: con la modifica della legge sul CO2 e della legge contro la concorrenza sleale (LCSl), la Svizzera ha introdotto misure specifiche contro il greenwashing. Dal 1° gennaio 2025 sarà considerato sleale fare dichiarazioni false o non comprovate sull’impatto climatico di prodotti o servizi. Le aziende dovranno quindi poter supportare con dati oggettivi e verificabili tutte le dichiarazioni ambientali fatte. Questo regolamento non riguarda soltanto le grandi imprese, già soggette all’obbligo di pubblicare i rapporti sulla sostenibilità, ma anche le dichiarazioni volontarie e le affermazioni pubblicitarie.

2. Piattaforma per la segnalazione del greenwashing: la fondazione svizzera per la protezione dei consumatori ha creato una piattaforma dove i consumatori e le consumatrici possono segnalare casi sospetti di greenwashing. L’obiettivo è favorire l’applicazione dei nuovi regolamenti e rafforzare i diritti di consumatori e consumatrici (fonte: Konsumentenschutz Schweiz).

Attraverso nuove direttive e regolamenti, l’UE cerca invece di contrastare il greenwashing, ormai ampiamente diffuso, favorendo il rilascio di informazioni attendibili sull’ambiente.

Calcolate le vostre emissioni, riducete la vostra impronta di carbonio e sostenete i progetti per la tutela del clima.

Calcola ora

Condividere

Rimanga informato/a!